Assistenti domiciliari per anziani che hanno patito la frattura del femore
L’invecchiamento porta con sé una fragilità crescente del corpo e maggiori possibilità di contrarre malattie.
Tra gli anziani le fratture ossee sono una classe di eventi traumatici molto diffusa e quella del femore in particolare si verifica con frequenza dopo i 70 anni.
Le donne ne soffrono di più perché sviluppano più facilmente un deterioramento osseo per osteoporosiosteoporosi. Soprattutto dopo la menopausa, le ossa perdono massa e al diminuire della densità ossea diminuisce la resistenza al peso e agli urti.
Il femore è l’osso più lungo del corpo umano, collega l’anca (anch’essa soggetta a fratture e patologie degenerative) al ginocchio e in sostanza si fa carico di gran parte del peso corporeo, quando si rompe le conseguenze sulla capacità di spostarsi e camminare sono gravi.
Nel 90% dei casi il femore fratturato richiede un intervento chirurgico e un’attività di riabilitazione fisioterapica che a seconda dei casi può durare tra 2 e 4 mesi.
Il rinforzo muscolare è indispensabile e il paziente, attraverso opportuni esercizi, deve riacquistare fluidità articolare e padronanza dei movimenti.
Le sedute di fisioterapia possono svolgersi in ospedale o in centri specializzati, ma nel caso degli anziani la riabilitazione domiciliare costituisce una valida alternativa.
La riabilitazione domiciliare per la frattura del femore
Rispetto all’attività riabilitativa svolta fuori casa, quella a domicilio, specialmente per gli anziani, risulta molto più comoda e rassicurante. L’ambiente domestico aumenta l’agio dell’anziano e il suo senso di protezione con ricadute positive sui tempi di recupero.
Trascorrere la convalescenza a casa dopo un intervento chirurgico-ortopedico ha indubbi vantaggi, ma il programma di recupero va pianificato per bene con un fisioterapista (su indirizzo del chirurgo) e garantendo sufficiente assistenza in casa.
Generalmente, il recupero funzionale dell’arto passa per tre fasi rieducative:
- un lavoro sulle articolazioni con esercizi volti a stimolare nel paziente l’auto-mobilizzazione e ridurre la percezione di dolore;
- esercizi di rinforzo del tono muscolare nelle aree interessate dal trauma;
- rieducazione al movimento per il ripristino dei naturali schemi motori.
Tutto il processo potrà essere svolto a casa con il seguimento di un fisioterapista.
L’importanza di non lasciare soli gli anziani ricorrendo, quando necessario, alll’assistenza domiciliare qualificata
Come detto più sopra, qualora sussistano le condizioni è preferibile che l’anziano trascorra la convelescenza a casa circondato dai propri cari.
Non va trascurato, infatti, l’impatto negativo che infortuni debilitanti come la frattura del femore hanno sull’autostima degli anziani. La perdita dell’autosufficienza, il dover dipendere da altri per spostamenti e attività anche banali, può facilmente innescare un circolo depressivo, soprattutto in pazienti di età molto avanzata che temono l’avvicinarsi definitivo di questa condizione.
Per questa ragione, è necessario fare tutto il possibile per velocizzare i tempi di recupero fisico e funzionale, ripristinando l’autonomia dell’anziano.
Mentre il fisioterapista si occupa di portare avanti il programma riabilitativo, la famiglia si incarica di supportare l’anziano convalescente in tutte le operazioni quotidiane.
Quasi mai, però, i familiari del paziente sono in grado di garantire assistenza 24ore su 24, perciò ricorrono ad assistenti domiciliari che coprano un certo numero di ore al giorno o siano presenti quando nessuno dei familiari riesce a liberarsi.
La presenza di una persona di supporto, anche non familiare, rassicura l’anziano e serve da puntello alla sua integrità psicologica. Una funzione, che in tempi di accresciuto isolamento post-pandemico, è diventata ancora più essenziale.
L’epidemia di Covid-19, infatti, sta infierendo in modo particolare su anziani e malati, che oltre a soffrire un difficile accesso alle cure e alle attenzioni di cui hanno bisogno, devono sopportare da soli un grande carico psicologico e d’incertezza.
L’assistente domiciliare svolge quindi un importante ruolo di sostegno socio-psicologico, prima ancora che pratico-operativo. Rassicurare e motivare l’anziano, così come infondergli ottimismo per il futuro, sono diventate attività altrettanto importanti che assisterlo nelle mansioni quotidiane.
Tra i compiti da svolgere nell’assistenza post-operatoria dell’anziano non autosufficiente vi sono:
- Aiuto fisioterapico per coadiuvare il lavoro del fisioterapista;
- Prevenzione delle piaghe da decubito;
- Sostegno alla deambulazione quando arriva il momento;
- Preparazione dei pasti;
- Consulto di un nutrizionista per seguire una dieta adeguata;
- Pulizia della casa e mantenimento dell’ordine;
- Disbrigo di attività burocratiche e spesa alimentare;
- Veglia e supporto notturno;
- Compagnia diurna;
- Monitoraggio delle condizioni del malato;
- Ecc.
Assistenza Famiglia opera da tanti anni nell’assistenza domiciliare e ospedaliera a Torino e nel circondario. Avvalendosi di assistenti familiari, OSS e infermieri qualificati, la nostra agenzia è in grado di fornire l’aiuto di cui le famiglie hanno bisogno per assicurare una presenza amica e solerte a tutte le ore del giorno e della notte.
I nostri operatori, tutti vaccinati, si sono trovati molte volte a intervenire per assistere a domicilio un anziano che ha patito la frattura del femore. L’esperienza nella gestione di questi casi e di molte altre situazioni analoghe ha affinato le loro conoscenze e reso più sicuro l’operato quotidiano.
Non esitare a contattarci in caso di necessità.