Operatore OSS – Assistenza anziani non autosufficenti
Nell’ambito dei servizi alla persona l’assistenza agli anziani va distinta in 2 categorie:
- assistenza agli anziani autosufficienti
- assistenza agli anziani non autosufficienti
Un anziano (o un malato) autosufficiente ha esigenze che possono essere soddisfatte senza ricorrere a competenze particolari. L’aiuto di un’assistente domiciliare di buona esperienza è sufficiente a garantire il sostegno necessario a svolgere le attività quotidiane e condurre un’esistenza soddisfacente.
Nel caso di un anziano non autosufficiente, invece, è preferibile che l’assistenza venga prestata da un’operatrice familiare OSS, vale a dire una figura professionale qualificata ad assistere anziani e malati, avendo acquisito competenze adeguate e certificate.
Quali sono le competenze di un’operatore OSS?
Competenze e mansioni dell’operatore familiare OSS
Il profilo professionale dell’Operatore Socio Sanitario (OSS) è stato definito nel 2001 all’interno della Conferenza Permanente fra Stato e Regioni.
Si decise di istituire una figura professionale con competenze adatte a promuovere il soddisfacimento dei bisogni della persona in ambito:
- igienico
- ambientale
- relazionale
Vale a dire una figura competente nel favorire le condizioni contestuali che migliorano la qualità della vita di anziani, disabili e malati.
Si stabilí che tali competenze vengano acquisite con un percorso formativo di 1000 ore (poi aumentate a 1300), includendo un tirocinio pratico per affinarle sul campo.
L’operatore OSS può operare ovunque siano presenti persone in condizioni di bisogno:
- ospedali
- cliniche private
- RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale)
- case di riposo
- residenze diurne
- a domicilio
- ecc.
Essendo una figura di supporto senza qualifica infermieristica, l’OSS normalmente svolge solo compiti che mirano a soddisfare i bisogni primari e favorire la salute fisica e mentale dell’assistito.
Per il suo profilo di competenze l’operatore OSS è particolarmente adatto ad assistere gli anziani non autosufficienti, laddove un assistente domiciliare non qualificato può agevolmente supportare le famiglie nel prendersi cura di anziani autosufficienti.
Operatore familiare OSS: assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti
Ovunque sia chiamato a intervenire, il compito dell’operatore OSS è quello di svolgere un servizio che favorisca il soddisfacimento dei bisogni fondamentali dell’anziano, promuovendone, nei limiti del possibile, il benessere e l’autonomia.
A tal fine le attività svolte investono ambiti quali:
- alimentazione
- igiene personale
- attività fisica
- esercizi intellettivi
- attività culturali
- relazioni sociali
- salute mentale
Agire su una molteplicità di piani allo stesso tempo assicura la presa in carico della persona anziana nella sua interezza psico-fisica, assumendo una visione olistica dell’individuo e del suo essere multidimensionale.
Per realizzare migliori livelli di comfort psicologico e benessere fisico-mentale, l’operatore OSS si coordina e collabora con altre figure sanitarie:
- educatori
- assistenti sociali
- medici
- ostetriche
- fisioterapisti
- infermieri
- ecc.
Lavorare bene in team garantisce che tutti i fattori che influiscono sul benessere dell’assistito siano adeguatamente considerati e gestiti.
Nell’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti diventa importante attivare i servizi territoriali adatti al caso, compreso il volontariato sociale.
L’operatore OSS deve quindi conoscere la rete dei servizi sociali a disposizione per tessere intorno all’assistito un sistema personalizzato di dispositivi volti alla promozione del suo benessere psico-fisico.
Una fitta rete sociale di professionisti e volontari disegnata intorno all’anziano ne migliora sostanzialmente la qualità di vita limitando la frustrazione di dover dipendere da altre persone, specialmente se non sono familiari.
OSS e infermieri collaborano per favorire il benessere dell’assistito
Quando l’assistenza domiciliare si rivolge ad anziani che hanno bisogno di cure infermieristiche, sono il medico e l’infermiere ad assumersi la responsabilità di identificare i bisogni del paziente e il conseguente trattamento medico-infermieristico.
L’infermiere non può delegare all’OSS le sue attività. La somministrazione di terapie e medicazioni restano essenzialmente una sua prerogativa, ma talvolta nello svolgimento di un intervento infermieristico a domicilio può decidere di avvalersi dell’aiuto di un operatore OSS affidandogli compiti da svolgere sotto la sua supervisione.
Sotto la supervisione di un’infermiere l’OSS può:
- somministrare terapie prescritte;
- effettuare bendaggi e semplici medicazioni;
- preparare e sterilizzare apparecchiature sanitarie;
- occuparsi di flebo e clisteri;
- effettuare frizioni e impacchi medicali;
- attuare un massaggio cardiaco e la respirazione artificiale;
- ecc.
L’OSS può operare in autonomia e secondo suo personale giudizio in tutti gli ambiti che rientrano nei limiti della sua qualifica professionale:
- igiene domestica e ambientale;
- igiene personale dell’assistito;
- attività quotidiane;
- attività sociali e relazionali.
In nessun caso (se non di fronte a una minaccia esiziale) l’operatore OSS può svolgere prestazioni infermieristiche in autonomia.
Dunque quali sono le rispettive responsabilità di OSS e infermiere?
Gli errori di attribuzione dei compiti, nonché la mancata supervisione, chiamano in causa le responsabilità dell’infermiere.
Gli errori di esecuzione rientrano tra le responsabilità dell’operatore socio sanitario.
OSS e infermieri dell’agenzia Assistenza Famiglia di Torino sono ben consapevoli dell’importanza di coordinare i propri sforzi per il bene degli anziani assistiti, rispettando le prerogative assegnate per legge alle rispettive professioni.