Strategie di contrasto della demenza senile negli anziani

Strategie di contrasto della demenza senile negli anziani

La formula “demenza senile” non designa una specifica patologia. È un termine generale che descrive una serie di SINTOMI associati a un declino della memoria o di altre capacità cognitive abbastanza grave da ridurre la capacità di una persona di eseguire le attività quotidiane.

Poichè colpisce prevalentemente persone anziane, si tende ad associarla alla senilità.

La malattia di Alzheimer rappresenta dal 60% al 70% dei casi di demenza. Altre tipologie includono la demenza vascolare, la demenza da corpi di Lewy, la malattia di Pick e una serie di altre condizioni.

I sintomi possono includere:

  1. dimenticanza;
  2. difficoltà di pianificazione e risoluzione dei problemi;
  3. difficoltà con le attività quotidiane;
  4. donfusione riguardo a tempo e luogo;
  5. problemi di intendimento delle frasi scritte o ascoltate;
  6. scarsa capacità di giudizio;
  7. ritiro dal lavoro o dalle attività sociali;
  8. cambiamenti dell’umore e della personalità.

Si stima che in Italia siano presenti oltre un milione di persone affette da demenza, includendo la demenza fronto-temporale e altre varianti, con un’incidenza che tende ad aumentare con l’età.

La prevenzione, la diagnosi precoce e l’assistenza appropriata sono cruciali per migliorare la qualità della vita delle persone con demenza e dei loro caregiver. Allo stesso tempo, la ricerca scientifica continua a investigare modi per prevenire, trattare e, possibilmente, curare la demenza.

Le principali cause della demenza senile

La demenza provoca danni alle cellule cerebrali inibendone la capacità di comunicare tra loro. Quando ciò accade, il pensiero, il comportamento e la qualità dei sentimenti si vedono compromessi.

La localizzazione esatta del danno cerebrale determina la forma di demenza e i sintomi che si manifestano.

Esistono diverse cause e tipi di demenza:

  1. Malattia di Alzheimer: è la causa più comune di demenza. Anche se non si conosce esattamente la causa dell’Alzheimer, ci sono diversi fattori sospettati, tra cui l’accumulo nel cervello di placche di una proteina chiamata beta-amiloide e filamenti aggrovigliati di una proteina chiamata tau;
  2. Demenza vascolare: questa forma di demenza è causata da problemi nel rifornimento di sangue al cervello, come può accadere a seguito di un ictus. L’insufficiente flusso sanguigno può danneggiare e, eventualmente, far morire le cellule cerebrali;
  3. Demenza da corpi di Lewy (DCL): questa forma di demenza è causata da depositi di una proteina chiamata alfa-sinucleina all’interno delle cellule cerebrali. Questi depositi, chiamati corpi di Lewy, possono portare a problemi con il pensiero, il comportamento e il movimento;
  4. Demenza fronto-temporale: è causata da una degenerazione e una morte delle cellule nervose nelle aree frontali e temporali del cervello (le aree associate alla personalità, al comportamento e al linguaggio);
  5. Demenza da malattie infettive: per esempio, la malattia di Creutzfeldt-Jakob;
  6. Demenza da cause miste: alcune persone possono avere una combinazione di più tipi di demenza, ad esempio sia Alzheimer che demenza vascolare.

Esistono anche molte altre condizioni che possono causare sintomi di demenza, tra cui alcuni tipi di lesioni cerebrali traumatiche, malattie metaboliche, endocrine, tossicità da farmaci, infezioni del sistema nervoso centrale e malattie croniche.

Alle cause biologiche, si aggiungono i FATTORI DI RISCHIO sociali, culturali, comportamentali e familiari: l’età avanzata, la storia familiare di demenza, l’uso eccessivo di alcol, l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’obesità, il fumo, la depressione, un basso livello di attività fisica, scarsa alimentazione e scarsa istruzione.

È importante ricordare che non tutte le persone anziane sviluppano demenza, e non tutti i tipi di problemi di memoria o di pensiero sono legati alla demenza. Ci sono molte altre condizioni, come le infezioni, le carenze di vitamine o i problemi tiroidei, che possono causare sintomi simili. Se si sospetta un problema, è importante consultare un medico per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.

Dove si dirige la ricerca scientifica sulla demenza senile?

Sulla demenza senile la ricerca procede in molte direzioni: dall’indagine dei fattori biologici e neurologici, all’investigazione sui fattori sociali e ambientali.

Trai gli STUDI più importanti degli ultimi anni vanno citati:

  • The Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI): iniziato nel 2004, questo progetto mira a identificare biomarcatori clinici e biologici per la progressione della malattia di Alzheimer. Grazie a ADNI, c’è stata una migliore comprensione dell’evoluzione della malattia e della relazione tra segni clinici e biologici;
  • The Nun Study: uno studio longitudinale su un gruppo di suore americane, che ha fornito intuizioni sui fattori di rischio e protezione per la demenza e la malattia di Alzheimer. Una delle scoperte chiave è stata l’associazione tra esercizio mentale (come la scrittura) in giovane età e riduzione del rischio di demenza in età avanzata;
  • The Dominantly Inherited Alzheimer Network (DIAN): uno studio focalizzato sulle forme familiari precoci e ad esordio precoce della malattia di Alzheimer. Questi casi sono causati da mutazioni genetiche e i risultati dello studio possono aiutare a comprendere meglio l’evoluzione della malattia;
  • Studi sui farmaci: il farmaco Aducanumab sta suscitando molto interesse. Lo studio clinico di fase 3 ENGAGE e EMERGE, condotto dalla società Biogen, ha esaminato l’efficacia di Aducanumab nel ridurre le placche beta-amiloide e nel rallentare il declino cognitivo in pazienti con Alzheimer in fase iniziale. I risultati sono promettenti e attualmente si stanno conducendo test di afficacia di fase 3b;
  • Global Dementia Prevention Program (GloDePP): uno studio che mira a valutare i possibili fattori di rischio modificabili legati alla demenza e a sviluppare strategie preventive su scala globale.

ricerca scientifica demenza studi

A questi e altri studi si devono alcune scoperte e promettenti direzioni di ricerca che possono essere sintetizzate nei seguenti punti:

  • Biomarcatori e diagnostica: i ricercatori stanno cercando di identificare biomarcatori nel sangue, nel liquido cerebrospinale e attraverso la neuroimaging (come la PET e la risonanza magnetica) per diagnosticare la demenza in modo precoce, e in particolare la malattia di Alzheimer, prima che i sintomi si manifestino;
  • Rischi legati allo stile di vita: studi epidemiologici hanno rafforzato il legame tra fattori di rischio cardiovascolare, come l’ipertensione e il diabete, e il rischio aumentato di demenza. Allo stesso modo, interventi come una dieta sana, l’attività fisica, la gestione del peso, l’evitare il tabacco e l’alcool, e le interazioni sociali possono avere un effetto protettivo contro la demenza;
  • Terapie mirate: nuovi farmaci e terapie mirate sono in fase di sviluppo e sperimentazione. Come accennato in precedenza, l’uso di Aducanumab, un anticorpo monoclonale, sembra promettente;
  • Gut-brain connection: alcune ricerche suggeriscono un collegamento tra la salute dell’intestino e il cervello. Alterazioni nella microbiota intestinale potrebbero influenzare la neuroinfiammazione e giocare un ruolo nella demenza;
  • Vaccini e terapie anti-tau: un altro obiettivo terapeutico è la proteina tau, che forma gli aggrovigliamenti neurofibrillari nella malattia di Alzheimer. I vaccini e le terapie mirate a tau sono in fase di sperimentazione;
  • Tecnologia e assistenza: la tecnologia gioca un ruolo crescente nell’assistenza ai pazienti affetti da demenza. Ciò include dispositivi di monitoraggio, app di stimolazione cognitiva, soluzioni virtuali per la formazione e il supporto dei caregiver.

Il campo della ricerca sulla demenza senile è vasto e in rapida evoluzione. Quanto detto sin qui potrebbe essere superato da nuove scoperte in pochi anni.

Il ruolo dei fattori sociali e culturali nello sviluppo e nella gestione della demenza senile

Non c’è dubbio che i fattori sociali e culturali possono avere un impatto significativo sul rischio, la percezione, la diagnosi e la gestione della demenza senile.

The Nun Study, lo studio a cui abbiamo accennato, mette in evidenza l’importanza dell’esercizio mentale, già in giovane età, per ridurre il rischio di demenza in età avanzata.

Al di là delle cause biologiche sottostanti alla demenza, l’interazione tra un individuo e la sua società e cultura può influire su vari aspetti della malattia.

fattori socio culturali demenza anziani

Di seguito, alcune considerazioni riguardo al ruolo di questi fattori:

  1. Educazione: un livello di istruzione più alto è generalmente associato a un rischio ridotto di demenza. Questo potrebbe essere dovuto a un effetto di “riserva cognitiva”, dove il cervello ha una maggiore capacità di compensazione in presenza di cambiamenti patologici. Le persone con un’istruzione maggiore potrebbero avere connessioni neurali più robuste o alternative;
  2. Isolamento sociale: l’isolamento sociale e la mancanza di interazioni regolari possono aumentare il rischio di demenza. Al contrario, essere socialmente attivi e mantenere legami sociali stretti può offrire una sorta di “protezione” contro la demenza;
  3. Attività lavorative e stimolazione mentale: alcune professioni o attività che richiedono un’alta stimolazione mentale e cognitiva possono ridurre il rischio di demenza. Allo stesso modo, attività come leggere, risolvere rompicapi e imparare nuove abilità in età avanzata possono avere effetti protettivi;
  4. Percezione e stigmatizzazione: in alcune culture, i sintomi della demenza possono essere interpretati come una normale parte dell’invecchiamento o addirittura come manifestazioni spirituali o soprannaturali. Queste percezioni possono ritardare la diagnosi e l’intervento. La stigmatizzazione può anche isolare ulteriormente gli individui con demenza e le loro famiglie;
  5. Strategie di cura: le tradizioni culturali possono influenzare come le famiglie e le comunità si prendono cura dei loro anziani e come affrontano la demenza. In alcune culture, c’è un forte senso di dovere filiale che porta la famiglia a restare unita e i genitori anziani a non perdere il benefico legame con i figli;
  6. Dietei e stili di vita: alcune ricerche suggeriscono che diete specifiche, come la dieta mediterranea, possono ridurre il rischio di demenza. D’altra parte, stili di vita sedentari, cattive abitudini alimentari o un consumo eccessivo di alcool, aumentano il rischio di sviluppare la demenza;
  7. Accesso alle cure sanitarie: fattori socio-economici, come la disponibilità e l’accesso alle cure sanitarie, possono influenzare la diagnosi e la gestione precoce della demenza.

Come prevenire il declino mentale e contrastare l’insorgere della demenza senile?

A tutt’oggi, prevenire la demenza senile non è possibile, ma ci sono strategie e abitudini di vita che, senza dubbio, contribuiscono a mantenere una buona salute cognitiva, contrastando l’insorgenza e lo sviluppo dei sintomi di demenza.

ginnastica e attivita fisica aiutano salute mentale cognitiva

Tra le RACCOMANDAZIONI da dare agli anziani e ai più giovani (che un giorno saranno anziani) includiamo:

  1. Attività fisica: l’esercizio regolare, specialmente attività cardiovascolare come camminare, nuotare o andare in bicicletta, può aiutare a migliorare la circolazione cerebrale e a ridurre il rischio di demenza;
  2. Dieta equilibrata: una dieta sana ed equilibrata può avere effetti benefici sul cervello. La dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce, noci e oli d’oliva, è stata associata a un minor rischio di demenza;
  3. Stimolazione mentale: continuare ad apprendere, leggere, risolvere rompicapo, giocare a giochi di strategia e partecipare ad attività che sfidano la mente può aiutare a mantenere una buona funzione cognitiva;
  4. Interazione sociale: mantenere relazioni sociali, partecipare a gruppi comunitari o volontariato e mantenere un’interazione regolare con familiari e amici protegge contro il declino cognitivo;
  5. Gestione dei fattori di rischio cardiovascolari: tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e il diabete può ridurre il rischio di demenza. Evitare il fumo e limitare l’assunzione di alcol è altrettanto utile;
  6. Salute del sonno: una buona qualità del sonno è essenziale per la funzione cognitiva. Disturbi del sonno come l’apnea ostruttiva del sonno dovrebbero essere diagnosticati e trattati;
  7. Controllo della salute mentale: la depressione, l’ansia e lo stress cronico penalizzano la funzione cognitiva. È importante cercare aiuto se si sperimentano problemi di salute mentale;
  8. Limitare farmaci anticolinergici: alcuni farmaci, in particolare quelli con proprietà anticolinergiche, possono avere effetti negativi sulla memoria e sulla funzione cognitiva. È sempre bene consultare il proprio medico riguardo ai potenziali effetti collaterali dei farmaci.

Quali giochi e attività intellettuali aiutano a preservare le facoltà cognitive negli anziani?

Il gioco e gli interessi culturali sono di fondamentale importanza per preservare e potenziare le facoltà cognitive negli anziani.

Queste attività stimolano il cervello e aiutano a mantenere le connessioni neurali, riducendo il rischio di declino cognitivo.

Di seguito, un elenco di giochi e attività intellettive utili a stimolare gli anziani:

  • Giochi di parole e linguaggio:
    • Cruciverba: popolari e stimolanti, aiutano a migliorare il vocabolario e la memoria;
    • Scrabble: aiuta a potenziare le abilità linguistiche e di strategia;
    • Ruzzle o altri giochi di formazione di parole su dispositivi mobili;
  • Giochi di logica e numeri:
    • Sudoku: migliora la logica e la concentrazione;
    • Puzzle logici: possono includere rompicapo matematici;
    • Scacchi, dama e go: aiutano a potenziare le abilità logiche, strategiche e di pianificazione;
  • Giochi di memoria:
    • Memory: popolare gioco di abbinamento di carte;
    • App Mobile: esistono numerose applicazioni, come Lumosity o Peak, che offrono una serie di giochi progettati per potenziare diverse aree cognitive;
  • Attività artistiche e creative:
    • Disegno e pittura: stimolano la creatività e la coordinazione mano-occhio;
    • Scrittura: scrivere racconti, poesie o tenere un diario può essere un ottimo esercizio per la mente;
  • Musica:
    • Imparare a suonare uno strumento: l’apprendimento musicale può avere effetti positivi sulla memoria, sull’abilità di concentrazione e l’umore;
    • Ascoltare musica: anche semplicemente ascoltare musica può avere effetti benefici sul cervello, specialmente se si cerca di ricordare testi o melodie;
  • Lettura:
    • Libri: la lettura regolare mantiene la mente attiva e potenzia il vocabolario e la conoscenza;
    • Riviste e giornali (anche online): aiutano a rimanere aggiornati e stimolano la riflessione critica;
  • Apprendimento continuo:
    • Corsi online: piattaforme come Coursera, edX o Khan Academy offrono corsi su una vasta gamma di argomenti;
    • Gruppi di studio o club del libro: promuovono discussioni e apprendimento collaborativo;
  • Attività motorie:
    • Ballare: oltre ai benefici fisici, la danza richiede coordinazione, ritmo e memoria per ricordare le sequenze dei passi.

leggere contrasta declino cognitivo

È importante notare che tutte queste attività sono benefiche, ma la chiave è la costanza e la varietà. L’ideale è combinare diverse attività e sfidare regolarmente il cervello in nuovi modi per ottenere i migliori risultati in termini di salute cognitiva.

Il ruolo degli assistenti domiciliari nel preservare le facoltà residue degli anziani affetti da demenza senile

Gli assistenti domiciliari svolgono un ruolo cruciale nella cura e nel sostegno degli anziani affetti da demenza senile.

La loro presenza e intervento possono avere un impatto significativo non solo sulla qualità della vita dell’anziano, ma anche sulla preservazione e potenziamento delle sue capacità residue.

Ecco alcuni dei benefici che l’assistenza domiciliare può offrire agli anziani affetti da demenza:

  • Routine e Organizzazione: gli anziani con demenza hanno bisogno di un ambiente strutturato e prevedibile per non sentirsi disorientati. Gli assistenti stabiliscono e mantengono una routine quotidiana, aiutando l’anziano a sentirsi più sicuro;
  • Stimolazione Cognitiva: gli assistenti possono organizzare attività che stimolano la mente, come leggere, ascoltare musica, guardare foto, partecipare a giochi o fare esercizi di memoria. Questo può aiutare a mantenere e potenziare le capacità cognitive residue;
  • Esercizio Fisico: l’attività fisica è essenziale per la salute generale e può anche beneficiare la funzione cognitiva. Gli assistenti incoraggiano e assistono gli anziani in attività come camminate, semplici esercizi di ginnastica o danza;
  • Interazione Sociale: la solitudine e l’isolamento possono accelerare il declino cognitivo. Gli assistenti forniscono compagnia e possono anche facilitare le interazioni sociali, sia con la famiglia che con gli amici o in eventi comunitari;
  • Nutrizione: una dieta equilibrata è cruciale per la salute cerebrale. Gli assistenti fanno in modo che l’anziano riceva pasti nutritivi e bilanciati, monitorando anche l’assunzione di liquidi;
  • Gestione dei Medicinali: gli assistenti assicurano che l’anziano prenda regolarmente i suoi farmaci come prescritto, evitando dimenticanze o sovradosaggi;
  • Sicurezza: la demenza può aumentare il rischio di cadute o incidenti domestici. Gli assistenti adottano misure preventive per garantire la sicurezza dell’anziano in casa;
  • Supporto Emotivo: la demenza può essere fonte di frustrazione, confusione e ansia per l’anziano. La presenza costante e rassicurante di un assistente può fornire un importante supporto emotivo;
  • Educazione e Formazione: gli assistenti formati per la cura della demenza sanno adottare strategie comunicative efficaci, riconoscere i segni di agitazione o stress e intervenire in modo appropriato;
  • Sollievo per i Caregiver Familiari: gli assistenti domiciliari offrono anche un sostegno fondamentale alle famiglie, permettendo ai caregiver familiari di avere pause e tempo per se stessi, riducendo il rischio di burnout.

In sintesi, gli assistenti domiciliari possono avere un impatto profondo sulla vita degli anziani con demenza, sostenendo la loro indipendenza, dignità e benessere generale.

Assistenza Famiglia conosce bene la problematica avendo una lunga esperienza di gestione di questi casi a Torino e provincia.

In caso di necessità non esitare a contattarci.

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