Assistenza domiciliare per malati di Alzheimer. Costi e benefici.
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurologica, la forma più comune in cui si presenta la demenza in soggetti che generalmente hanno superato i 60/65 anni di età.
Quando si usa il termine di demenza senile, perciò, si sta semplicemente utilizzando la categoria più generica (demenza) applicandola a persone anziane (senile) per descrivere un complesso di sintomi, comuni a varie patologie, che insieme configurano un processo di degenerazione neurologica.
Tra demenza senile e Alzheimer non ci sono differenze. L’Alzheimer è un tipo di demenza; il termine senile si aggiunge perchè in genere sono gli anziani a esserne affetti, ma la demenza colpisce anche persone in età pre-senile e, più raramente, giovani.
L’utilizzo indiscriminato dei due termini, nel linguaggio popolare, si spiega con il fatto che l’Alzheimer è la malattia responsabile della demenza in circa il 60% dei casi.
A causare la demenza, però, possono essere anche altre patologie:
- danni vascolari al cervello (nel 10/20% dei casi);
- Parkinson e malattia dei corpi di Levy (terza causa di demenza);
- malattia di Pick (3/5% dei casi).
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che compromette il funzionamento del cervello, provocando il progressivo deterioramento delle facoltà cognitive e della memoria.
Stadi di progressione della malattia dell’Alzheimer
Essendo una malattia neurodegenerativa l’Alzheimer peggiora progressivamente le facoltà intellettive del paziente.
Gli studi sui malati colpiti mostrano che la progressione attraversa sostanzialmente 3 stadi:
- Insorgenza (dura tra 2 e 4 anni): cominciano i primi problemi di memoria, il malato si dimentica degli appuntamenti, tende a ripetere frasi e azioni, smarrisce oggetti, ha momenti di disorientamento in strada, comincia a provare senso di frustrazione per quello che gli sta capitando, diventa più irritabile e umorale;
- Aggravamento (dura tra 2 e 10 anni): il decadimento delle facoltà cognitive accelera, il malato perde la capacità di svolgere compiti complessi, fare la spesa, effettuare calcoli e maneggiare denaro e via via anche i semplici, come cucinare, lavarsi, vestirsi, pulire casa, fino a perdere gran parte della propria autonomia, sviluppando incontinenza e comportamenti sempre più illogici e bizzarri;
- Collasso (dura tra 1 e 5 anni): il malato di Alzheimer perde ogni facoltà residua, le capacità linguistiche si riducono quasi a zero, non riconosce più le persone, nemmeno le più care e familiari, smette di comprendere cosa gli succede intorno, non riesce più a deambulare e progressivamente riduce al minimo ogni movimento corporeo diventando totalmente dipendente dall’assistenza del caregiver.
Sintomi principali dell’Alzheimer
Attraverso stadi di progressivo deterioramento, l’Alzheimer si manifesta con una serie di sintomi che compromettono le capacità mentali e alterano il comportamento:
- deficit di memoria (soprattutto a breve termine);
- difficoltà linguistiche e afasia (il soggetto fatica e incontrare i vocaboli giusti ed esprimere concetti articolati);
- disorientamento temporale e spaziale;
- deficit di attenzione;
- difficoltà a svolgere attività quotidiane (perdita di autonomia);
- irritabilità ed emergenza di comportamenti inadatti o distruttivi;
- sbalzi di umore e apatia.
Le cause dell’Alzheimer non sono ancora ben comprese, si ipotizza una eziologia genetica che può essere aggravata da fattori ambientali e socio-psicologici.
A seconda dei casi, la malattia progredisce più o meno velocemente ma, ad oggi, in assenza di trattamenti efficaci, la progressione è inarrestabile.
Esistono trattamenti farmacologici che rallentano il decorso, ma sembra che influiscano maggiormente fattori quali:
- un abiente familiare amorevole;
- un contesto ambientale sano;
- uno stile di vita socialmente attivo;
- alimentazione ricca e variata;
- attività (anche ludiche) cognitivamente stimolanti;
- conversazioni su temi d’interesse.
L’implicazione di questi aspetti nell’evoluzione del morbo di Alzheimer mostra quanto sia impattante la malattia non solo sul soggetto colpito, ma anche su familiari e amici intimi.
Questi devono farsi carico del dolore personale di assistere al progressivo “spegnersi” del proprio caro e del crescente carico di attività necessarie ad assisterlo.
Ovviamente sulla figura del caregiver, di solito il coniuge o il figlio del malato, grava in buona parte la fatica dell’assistenza, che è quotidiana, continua, senza tregua e a lungo andare rischia di compromettere anche la sua salute.
Infermieri e badanti specializzati per malati di Alzheimer
Quando il carico di compiti da sostenere diventa proibitivo per la famiglia e il caregiver, il ricorso a un sostegno assistenziale professionale non è più procrastinabile.
Molte famiglie, certamente quelle economicamente più solide, si rivolgono all’assistenza domiciliare privata già in fase precoce, soprattutto per servirsi di un aiuto competente che apporti i seguenti benefici:
- assicurarsi che il malato non provochi danni a sé e agli altri (per esempio dimenticandosi il gas accesso);
- sgravare la famiglia da una parte dei compiti assistenziali e dello stress legato al loro svolgimento;
- mobilitare il malato facendosi aiutare nell’esecuzione di alcune mansioni quotidiane;
- stimolare l’attività mentale del paziente con conversazioni, giochi, esercizi di memoria;
- mantenere in movimento il malato con ginnastica, passeggiate e altre attività fisiche.
In molti casi una badante, con esperienza nel trattamento di anziani con demenza senile e malati di Alzheimer, risulta una figura con adeguata competenza per assistere il paziente a casa o in clinica.
In altri casi, invece, c’è bisogno di piani di assistenza più strutturati e figure specializzate come operatori socio-sanitari e infermieri; in paricolare quando il malato di Alzheimer è affetto da altre patologie concomitanti che complicano il quadro clinico rendendo necessarie attività come:
- un monitoraggio costante delle condizioni;
- la somministrazione di terapie e medicine;
- bendaggi e fasciature;
- prevenire le piaghe da decubito;
- iniezioni e prelievi;
- ecc.
L’assistenza infermieristica al paziente con Alzheimer offre grandi benefici non solo in presenza di ulteriori malattie debilitanti o nei casi di convalescenza post-operatoria, ma anche in caso di finalità preventive: per avere una figura professionale preparata nel caso di aggravamento improvviso o atteso delle condizioni di salute del malato.
L’infermiere e l’OSS, in questi casi, sono professionisti rassicuranti, pronti nelle emergenze e abili a comunicare correttamente con il medico di famiglia ed eventuali altri professionisti implicati nel servizio di assistenza.
Assistenza Famiglia è in grado di fornire la figura professionale più adeguata a ogni caso, in virtù di oltre 25 anni di esperienza assistenziale e selezione del personale.
I nostri operatori, siano essi badanti, OSS, OSA, infermiere o fisioterapisti, sono altamente qualificati, hanno esperienza e un’attitudine adeguata al lavoro di assistenza.
Li selezioniamo e li formiamo affinchè siano competenti, compassionevoli e professionali in ogni situazione in cui sono chiamati a operare.
I costi dell’assistenza variano in base al professionista richiesto e alla quantità di ore da svolgere.
Il prezzo orario di un infermiere rispetta il tariffario minimo del collegio IPASVI, figure meno qualificate prestano servizio a tariffe inferiori.
Per l’assistenza continuativa a un malato di Alzheimer si possono concordare prezzi forfettari; in tutti i casi cerchiamo di fare il possibile per aiutare chi ha bisogno del nostro aiuto a Torino e dintorni.
Siamo un’agenzia locale radicata nel territorio, non abbiamo altre sedi fuori Torino, per cui conosciamo bene l’area di nostra pertinenza e cerchiamo di costruire con le famiglie relazioni di fiducia che durino nel tempo.
Non esitate a chiamarci in caso di bisogno, cercheremo insieme la soluzione migliore.